lunedì, maggio 28, 2007

Un fantasma


Alle volte il mondo fa più schifo del solito.
Non che di solito sia sto granchè, sia chiaro.
Però alle volte fa più schifo del solito.
Succede che ti svegli una mattina da un sogno. Un sogno in cui hai incontrato un fantasma. Uno di quelli con cui hai lottato per mesi, forse anni, persino.
Ma nel sogno tutto è così perfetto.
E c'è anche la musica giusta.
E allora nel sogno non badi ad altro che a stringerla forte e baciarla sul collo.
Perchè se c'è la musica giusta e tutto il resto, allora che problema ci potrà mai essere.
Vaffanculo.
Alle volte il mondo fa più schifo del solito.

sabato, maggio 19, 2007

Come ti fotto la comare secca



Ovvero: si vabbè, prima o poi di qualcosa si dovrà pur morire, e allora perchè non farlo in modo creativo?

Si inaugura una nuova rubrica in cui si danno suggerimenti su come porre fine alla propria esistenza, con classe, glamour e, perchè no, humour.
Perchè se è vero che si vive una volta sola, è altrettanto vero che di occasioni per crepare con stile non è che ce ne siano tante.
In questa prima puntata proponiamo due metodi, uno più "casereccio", e un altro decisamente più stiloso, per andarsene in maniera memorabile:

Metodo "Pontida" : Vi presentate ad un raduno della Lega vestiti da Mullah, a bordo di una Alfasud. La radio della macchina trasmette l'opera omnia di Mario Merola. Un altoparlante sul tetto ripete in continuazione "BOSSI E CALDEROLI SONO GHEIS, E LA CASSOEULA FA CAGARE!". La reazione della folla inferocita farà il resto.
PRO: Morte rapida, finite sicuramente al TG delle otto.
CONTRO: Il verde non si intona bene con il vostro incarnato, e la Cassoeula fa cagare davvero.

Metodo "Carrie Bradshow" : Vi sdraiate sulla soglia di uno stilosissimo negozio di calzature sulla 5Th Avenue di New York. Gridate forte :"THEY SALE MANOLO'S SHOES! 50% OFF THE PRICE!". Venite rapidamente travolti da una mandria di decolletè tacco 12 alla moda. La morte sopraggiunge in fretta.
PRO: Riuscite ad immaginare una morte più glamour di così?
CONTRO: Sex & The City è finito, altrimenti qualche autore poteva prendere spunto.

Sono graditissimi suggerimenti e spunti per le prossime puntate di questa rubrica!

venerdì, maggio 18, 2007

I wanna be "The Dude"


In certi giorni vorrei solo essere abbastanza figo da potermene andare in giro con dei bermuda a quadretti e dei sandali di gomma, e fottermene allegramente di tutto.
Fottermene dello stronzo che ti taglia la strada in macchina.
Fottermene di quelli che propongono ai genitori test antidroga da fare ai figli (a quando un test per scoprire se vostro figlio sta diventando, che ne so, musulmano? oppure - ommioddio- ghei? Che ne dite di parlarci un pò con i vostri figli?).

Ecco... basterebbe essere abbastanza figo per svolazzare sopra ai problemi e alle stronzate.
E poi ci vorrebbe giusto un tappeto, per dare un tono all'ambiente.

venerdì, maggio 11, 2007

Un uomo, un'enciclopedia, un articolo determinativo


(Sottotitolo: "I festival non sono più quelli di una volta", oppure: "Ho giocato a calciobalilla con Wim Wenders", "Le pippe me le faccio in altri modi", fate voi)

Per alcune persone viene utilizzata, come estrema forma di rispetto, una aberrazione linguistica particolare: premettere al cognome della persona in questione l'articolo determinativo. Nell'uso comune poi, col tempo, l'articolo ed il cognome si fondono fino a diventare un tutt'uno. Trovarsi di fronte ad uno di questi eletti ai quali la vox populi ha assegnato l'onore dell'articolo può essere causa di soggezione. Quando poi, nell'aula di una scuola di cinema, ci si trova seduti a tanto così da quella persona (posizionate le mani aperte una di fronte all'altra, nel gesto tipico del giocatore di calcio che protesta con l'arbitro chiedendo la verifica della distanza della barriera per battere una punizione: ecco, la distanza era quella), e quella persona è ilMereghetti - tutto attaccato - la soggezione la senti eccome. Ma non appena ilMereghetti - sempre tutto attaccato - inizia a rispondere alle domande dell'intervistatore ci si rende immediatamente conto di due cose: la prima, banale, è che l'articolo è meritato. La seconda, per nulla scontata, è un pensiero che ci sorprende, così: "ecco un uomo che fa quello che fa con passione!".
Superata questa prima fase di studio, l'incontro con l'autore de "Il Dizionario del Cinema" ha portato alla luce che:
- I festival non sono più quelli di una volta
- Wim Wenders gioca a calciobalilla (ma solo a Cannes)
- Al cinema non ci si devono fare le pippe utilizzando l'espediente del buco nella tasca dei pantaloni
- Pare che, a proposito di pippe, ilMereghetti abbia un suo metodo particolare, ma sulla questione ha preferito non approfondire (peccato)
Per uno come me, che si sta avvicinando al mondo del cinema in maniera consapevole da relativamente poco, sentire parlare un uomo di tale esperienza, e sentirlo trasudare passione, sentirlo dare consigli (di "lavoro" e di "vita", a volte allo stesso tempo) dopo tutto questo tempo, è stato decisamente rivelatorio.
Come interessante è stato il resto della serata (e parte della nottata, a dirla tutta), complici le splendide ragazze della Macchina Dei Sogni (organizzatrici dell'evento) in cui il livello delle conversazioni è salito di pari passo con il tasso alcolemico, fino a raggiungere vette inimmaginabili (gelati Eldorado, vestiti H&M - in particolare uno bianco e rosso che... Wow!! - , Sex & the City, Samanta Fox, tanto per citare solo qualcuno degli argomenti trattati).
Che bella serata!
E finalmente ho conosciuto anche Souffle, che saluto!

lunedì, maggio 07, 2007

Le delusioni che non t'aspetti


Chiaro che se uno va a vedere, che so, "Nero Bifamiliare", un pò se lo aspetta. E se poi esce dal cinema scrollando la testa e magari poi scrive una recensione tipo questa non è corretto parlare di "delusione" in senso stretto. Però se si parla di una roba tipo "Spiderman 3" il concetto si presta perfettamente allo scopo. Cioè: forse non è un brutto film in assoluto, però da Raimi, specialmente dopo il secondo capitolo, ci si aspettava ben di più da queste parti. Il terzo episodio delle avventure del ragnetto che ci piace tanto è lento, i "cattivoni" sono forse troppi e trattati in maniera superficiale, il ripensamento del giovane Goblin fa quasi incazzare per quanto è repentino e telefonato, Sandman sfiora il grottesco e Venom è "sfruttato" pochissimo (e chi, come me, aveva in mente le spettacolari tavole di Todd McFarlane a lui dedicate, diciamolo, ci resta parecchio male). La storia tra Peter e Mary Jane che fa da "sfondo" a tutta la vicenda del film è continuamente "disturbata" da fattori esterni, simbolicamente rappresentati, nella scena iniziale, dal meteorite che porta sulla terra la misteriosa sostanza vischiosa che poi si trasformerà nel costume nero (e molto glamour) di Spidy. Fattori esterni quali "lo smemorato di Manhattan" Harry Osborn (un James Franco che mai nella vita avrebbe dovuto accettare di rifare la scena dello specchio, in cui il confronto con suo "papà" Willem Dafoe è sufficientemente impietoso), o la bella compagna di banco di Peter, la bionda Gwen Stacy (Bryce Dallas Howard, la cosa migliore che Ron Howard abbia mai prodotto - e non venitemi a parlare di Apollo 13!!), e soprattutto la "mutazione" di Peter dovuta al già citato costume nero. Mutazione che da lo spunto per la scena più ridicola e fastidiosa del film, in cui Peter Parker fa "er piacione" per strada e al Jazz Club (ma fammi il favore và...). Rimangono alcuni momenti di divertimento puro (Bruce Campbell che fa il francese -mon dieu!!- ed i siparietti di J.J.J.) e i soliti effetti speciali da urlo, con le spettacolari sequenze dei voli in mezzo ai grattacieli di Manhattan.
Insomma, come dicevano a scuola le maestre agli alunni particolarmente bravi: "non è male, ma da te mi aspetto di più"...

domenica, maggio 06, 2007

Hype

martedì, maggio 01, 2007

Piccole paranoie


Ogni sera.
Ogni sera, quando torno a casa, l'ascensore è al sesto piano.
Sempre.
Ogni sera, quando torno a casa, sul canale sportivo di Sky c'è una replica di una partita del Napoli.
Sempre.
Ora, io questo problemino qui ce l'ho sempre avuto. E' una cosa mia, ormai ci sono abituato, quasi affezionato direi. Per ogni piccola cosa io mi faccio in testa delle storie assurde. Troppa fantasia, immaginazione fervida, la chiamo io. Paranoia, forse, arriverebbe a chiamarla uno strizzacervelli. Succede così, che senza volere mi parte in testa un film assurdo.
Tipo la vecchia che abita al sesto piano, che prima di andare a dormire, con già indosso la vestaglia di flanella rosa scolorita, con in testa i bigodini e sulla faccia una merda di maschera di quelle verdi a base di cetriolo, esce sul pianerottolo con un coltello da macellaio in mano (non si sa mai chi cazzo puoi incontrare sul pianerottolo, con quello che si legge sui giornali) e chiama l'ascensore. E rimane lì. Fino a che non arriva al piano. Lo aspetta. Ammira con soddisfazione lo spettacolo delle porte che si aprono. Ascolta godendo il "PLIN" del campanello. Poi soddisfatta se ne torna in casa e si infila a letto a guardare la replica del Costanzosciò.
Oppure il programmatore del canale sportivo di Sky. Nel suo stanzino insonorizzato e caldissimo, tre metri per tre senza l'aria condizionata. Con addosso la maglia di Maradona, quella con lo sponsor "Mars" e lo scudetto. Prende una cassetta dall'archivio e la infila in macchina. Sul dorso c'è scritto solo il nome di una squadra. Crotone, Treviso, Albinoleffe, Rimini, Frosinone. Una sola squadra. L'altra non c'è bisogno nemmeno di scrivercela.
Troppa fantasia, immaginazione fervida.
Paranoia, forse.
In fondo però è divertente così.