Mezzanotte passata.
Una ragazza dal tacco alto e la caviglia stanca sale a bordo del vagone di testa dell'ultimo treno del giorno. Linea 2.
Il treno che la riporta a casa.
Si siede stanca sul sedile di plastica blu.
Di fianco a lei una donna immersa in un libro. Un grosso libro. Saranno 600 pagine, così ad occhio. La donna legge lentamente, sette fermate per girare due pagine e un pezzo. Magari sta leggendo Proust, pensa la ragazza, ma si vergogna di farlo sapere. Così ha messo su la copertina dell'ultimo libro di Moccia. Bisogna sempre far finta di essere normali, quando si è in pubblico.
La ragazza si toglierebbe volentieri le scarpe per dar sollievo ai piedi, sacrificati alla moda per tutto il giorno ormai lunghissimo, ma decide di resistere ancora un pò. Quel treno la sta portando a casa, in fondo.
Sale un ragazzo con un maglione ed un cappello di lana. Neri. Sotto al braccio ha la partitura del "Don Giovanni" di Mozart. Lo sguardo perso nel vuoto. E canta sotto voce.
E' l'ultimo treno, si torna a casa.
mercoledì, febbraio 28, 2007
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3 commenti:
mi ricorda qualcosa...
Sarà riuscita a girare la terza pagina quella donna?
E cmq era Proust, ne sono sicuro.
Nessuno legge Moccia per davvero.
well.. it's like I knew!
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